Antonio Iervolino (1912-1990): Un'Icona del Corno, Costruttore di Ponti Musicali tra i Continenti - A Horn Icon, Bridging Musical Continents
Antonio Iervolino (1912-1990): Un'Icona del Corno, Costruttore di Ponti Musicali tra i Continenti
Antonio Iervolino, nato nel 1912, è stato molto più di un semplice cornista; è stato un pioniere, un didatta visionario e una forza propulsiva per lo sviluppo della cultura del corno in America Latina e oltre. La sua vita, segnata da un talento precoce, incredibili sfide personali e una dedizione incrollabile alla musica, lo ha reso una figura leggendaria, il cui impatto è ancora palpabile oggi.
Gli Anni Formativi e l'Ascesa Professionale
La carriera musicale di Iervolino iniziò in modo straordinariamente precoce. Già all'età di 15 anni, nella sua nativa Buenos Aires, si esibiva professionalmente in contesti vari come cinema, zarzuela e opere. Questa esperienza sul campo, seppur priva di un'istruzione formale o di precedente esperienza di insegnamento strutturata, ha gettato le basi per una carriera illustre. A soli 19 anni, la sua abilità lo portò a Montevideo, in Uruguay, dove divenne primo corno. A 24 anni, il richiamo della patria lo riportò a Buenos Aires, dove conquistò l'ambita posizione di primo corno al prestigioso Teatro Colón, mantenendola per ben 17 anni.
Ciò che rende ancora più notevole questo periodo è la sua capacità di formare talenti. Nonostante la sua stessa tecnica virtuosistica non fosse ancora pienamente sviluppata e con poca esperienza didattica formale, Iervolino riuscì a forgiare ben cinque virtuosi del corno tra i suoi studenti, dimostrando un innato talento per l'insegnamento e la trasmissione del sapere. Tra questi, spicca il nome di Guelfo Nalli, figura di rilievo nel panorama cornistico, che testimonia l'eccellenza della scuola di Iervolino.
Le Sfide Personali e la Resilienza del Maestro
Il 1951 segnò una svolta nella sua carriera: a seguito di una disputa con la direzione, Iervolino si dimise dal suo incarico a vita al Teatro Colón. Continuò a insegnare e a lavorare come libero professionista a Buenos Aires, prima di fare ritorno a Montevideo nel 1958, dove ricoprì nuovamente il ruolo di primo corno per quattro anni.
Il destino lo condusse poi in Italia con sua moglie. A Milano, divenne primo corno in un'orchestra da camera, e successivamente primo corno nell'Orchestra da Camera della Radio e Televisione Italiana a Napoli. Purtroppo, un tragico incidente automobilistico gli strappò la vita di sua moglie e gli causò gravi ferite alla bocca. I medici e lo stesso Iervolino temevano che non sarebbe mai più stato in grado di suonare il corno.
Tuttavia, la sua incredibile resilienza e l'incoraggiamento della sua futura moglie, conosciuta durante una prova all'Avery Fisher Hall di New York nel 1966, lo spinsero a riprendere in mano lo strumento. Iervolino riuscì a suonare nuovamente, nonostante le cicatrici e i ponti permanenti. Questa seconda vita musicale lo vide come secondo corno con la compagnia itinerante dell'American Ballet Theatre, prima di essere invitato a Porto Rico dove ricoprì il ruolo di primo corno nell'orchestra e insegnò al conservatorio sotto la direzione del leggendario Pablo Casals.
Il Contributo Didattico negli Stati Uniti e lo Sviluppo di ATLA
Nel 1973, Iervolino si trasferì a New York per insegnare alla Mannes School of Music. La sua dedizione agli studenti era esemplare: viveva in un monolocale e spesso ospitava gli studenti per giorni o più. La sua generosità non conosceva limiti, specialmente verso chi parlava spagnolo, a cui non chiedeva mai alcun compenso per le lezioni. Questo suo approccio didattico culminò nella stesura di un libro di metodo in tre volumi, "Il corno, la sua teoria e tecnica di base", che divenne un riferimento fondamentale.
La sua visione e il suo impegno furono il catalizzatore per la nascita dell'Associazione dei Trompas dell'America Latina (ATLA), costituita nel 1987. L'idea di un'associazione e del suo primo incontro a San Carlos de Bariloche, in Argentina, fu accolta con entusiasmo in tutta l'America Latina, grazie alla vasta influenza e al rispetto guadagnati attraverso l'insegnamento di Iervolino. La Fondazione Teatro Colón e fondi privati resero possibile la realizzazione dell'associazione, poco prima di una crisi finanziaria in Argentina, permettendo a cornisti di percorrere grandi distanze per partecipare in uno scenario naturale mozzafiato.
Il suo impegno per la comunità dei cornisti latinoamericani fu così profondo che Iervolino lasciò una parte consistente del suo patrimonio per sostenere una fondazione dedicata alla promozione e all'educazione dei suonatori di corno in America Latina.
Riconoscimenti e Memoria
Antonio Iervolino fu eletto Membro Onorario dell'International Horn Society (IHS) nel 1990, poco dopo la sua scomparsa. Un sentito tributo alla sua figura e al suo lascito apparve nel numero di ottobre 1990 di The Horn Call, la rivista ufficiale dell'IHS.
Antonio Iervolino non è stato solo un virtuoso del corno, ma un vero architetto di connessioni musicali, superando ostacoli personali e geografici per elevare l'arte del corno e ispirare generazioni di musicisti, in particolare in America Latina, dove il suo nome è sinonimo di eccellenza e dedizione. La sua vita è una testimonianza del potere della passione e della resilienza nell'arte.
IN ENGLISH
Antonio Iervolino (1912-1990): A Horn Icon, Bridging Musical Continents
Antonio Iervolino, born in 1912, was far more than just a horn player; he was a pioneer, a visionary educator, and a driving force behind the development of horn culture in Latin America and beyond. His life, marked by precocious talent, incredible personal challenges, and unwavering dedication to music, made him a legendary figure whose impact is still felt today.
Early Years and Professional Ascent
Iervolino's musical career began extraordinarily early. By the age of 15, in his native Buenos Aires, he was already performing professionally in various settings like cinemas, zarzuelas, and operas. This hands-on experience, though lacking formal instruction or prior teaching experience, laid the groundwork for an illustrious career. At just 19 years old, his skill led him to Montevideo, Uruguay, where he became principal horn. At 24, the call of his homeland brought him back to Buenos Aires, where he secured the coveted position of principal horn at the prestigious Teatro Colón, a role he held for a remarkable 17 years.
What makes this period even more remarkable is his ability to nurture talent. Despite his own virtuoso technique not yet being fully developed and with little formal teaching experience, Iervolino managed to mentor five horn virtuosos among his students, demonstrating an innate talent for teaching and knowledge transfer. Among these notable students was Guelfo Nalli, a prominent figure in the horn world, who stands as a testament to the excellence of Iervolino's school.
Personal Challenges and the Master's Resilience
1951 marked a turning point in his career: following a dispute with the management, Iervolino resigned from his lifelong position at the Teatro Colón. He continued to teach and work as a freelancer in Buenos Aires before returning to Montevideo in 1958, where he again served as principal horn for four years.
Fate then led him to Italy with his wife. In Milan, he became principal horn in a chamber orchestra, and subsequently principal horn in the Italian Radio and Television Chamber Orchestra in Naples. Tragically, a car accident claimed his wife's life and severely injured his mouth. Doctors and Iervolino himself believed he would never be able to play the horn again.
However, his incredible resilience and the encouragement of his future wife, whom he met during a rehearsal at Avery Fisher Hall in New York in 1966, spurred him to pick up the instrument again. Iervolino managed to play once more, despite the scar tissue and permanent dental bridges. This second musical life saw him as second horn with the American Ballet Theatre's touring company, before he was invited to Puerto Rico where he held the position of principal horn in the orchestra and taught at the conservatory under the direction of the legendary Pablo Casals.
Educational Contributions in the United States and the Development of ATLA
In 1973, Iervolino moved to New York to teach at the Mannes School of Music. His dedication to his students was exemplary: he lived in a studio apartment and often hosted students for days or longer. His generosity knew no bounds, especially towards Spanish-speaking students, from whom he never asked for any payment for lessons. This teaching approach culminated in the writing of a three-volume method book, "The Horn, Its Theory and Basic Technique," which became a fundamental reference.
His vision and commitment were the catalyst for the birth of the Association of Latin American Horns (ATLA), founded in 1987. The idea of an association and its first meeting in San Carlos de Bariloche, Argentina, was enthusiastically embraced throughout Latin America, thanks to Iervolino's widespread influence and the respect he had earned through his teaching. The Teatro Colón Foundation and private funds made the association possible, just before a financial crisis in Argentina, allowing horn players to travel great distances to participate amidst stunning natural scenery.
His commitment to the Latin American horn community was so profound that Iervolino left a substantial portion of his estate to support a foundation dedicated to promoting and educating horn players in Latin America.
Recognitions and Legacy
Antonio Iervolino was elected an Honorary Member of the International Horn Society (IHS) in 1990, shortly after his passing. A heartfelt tribute to his figure and legacy appeared in the October 1990 issue of The Horn Call, the official journal of the IHS.
Antonio Iervolino was not merely a horn virtuoso but a true architect of musical connections, overcoming personal and geographical obstacles to elevate the art of the horn and inspire generations of musicians, particularly in Latin America, where his name is synonymous with excellence and dedication. His life is a testament to the power of passion and resilience in art.
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