Intervista a Emanuele Urso, vincitore del concorso di 1° Corno presso il Teatro alla Scala.

 

Emanuele Urso è il nuovo 1° Corno del Teatro alla Scala di Milano



Lo scorso Gennaio 2021 vince il prestigiosissimo concorso internazionale per primo Corno al Teatro alla Scala, una delle eccellenze che l'Italia vanta in tutto il mondo.

Ecco l'intervista che generosamente ci ha regalato:


Ciao caro Emanuele, intanto congratulazioni per aver vinto il prestigiosissimo concorso di 1 corno in uno dei più importanti teatri al mondo: la Scala di Milano come ti senti?

Sono emozionato e grato di aver ricevuto questa grande opportunità. È un onore per me far parte di questa prestigiosa Istituzione e compagine orchestrale. Ho lavorato tanto per realizzare questo mio sogno che avevo nel cassetto fin da quando ero bambino.

Raccontaci un po’ di te, come è iniziata la passione per il corno…..

Non sono figlio d’arte. Mio nonno suonava nella banda della mia città, Martina Franca. Ricordo che seguivo con interesse la loro attività e che mi sarebbe piaciuto suonare la tromba o le percussioni. L'allora direttore di banda, oggi docente di clarinetto al Conservatorio di Monopoli e mio padrino di cresima Vito Liuzzi, su suggerimento dei miei genitori decise di darmi la possibilità di entrare nella Banda della città dapprima con il flicorno contralto per poi propormi di suonare il corno. Avevo 11 anni e lui mi regalò un CD delle incisioni dei quattro concerti di Mozart per corno e orchestra suonati da David Jolley e William Purvis. Come tutti noi cornisti mi innamorai perdutamente del suono di questo strumento unico e meraviglioso. Da quel momento decisi che avrei voluto suonare anch’io il corno con tale maestria e regalare a tutti questo magnifico suono.

                                                   

                          Solo della 2 sinf. di Tchaykowsky con l'Orchestra del Maggio Fiorentino



Hai vinto parecchie audizioni e concorsi da primo corno, come sei arrivato a questi risultati? Ci racconti un po’ dove sei stato in questi anni, come è stato il tuo percorso?

Dopo essere entrato al Conservatorio di Monopoli a 13 anni grazie alla preparazione del Maestro Annibale Dambra mi diplomai a 19 anni e decisi di continuare i miei studi al Conservatorio di Cesena sotto la guida del Maestro Luca Benucci che ebbi l’onore di conoscere a 16 anni ad una masterclass a Maruggio (Ta).

Proprio a quella masterclass il Maestro riuscì a cambiare drasticamente il mio modo di suonare, tirando fuori tutte le mie emozioni più profonde ottenendo un risultato eccellente in una sola lezione. Mi ripromisi che alla fine dei miei studi avrei fatto di tutto pur di studiare con lui e il Maestro me ne diede la possibilità accogliendomi, aiutandomi e supportandomi pur conoscendo le mie allora difficoltà economiche. Grazie a lui sono riuscito ad entrare in contatto con grandi professionisti e insegnanti di corno. Il più grande fra tutti che ha sempre ispirato il mio modo di suonare e che ho sempre seguito è Dale Clevenger.

Dopo Cesena , Israele mi aprí le porte e vinsi una borsa di studio alla Buchmann Mehta School di Tel Aviv, dove i professori della Israel Philharmonic Orchestra ci seguivano nella formazione orchestrale per poi darci la possibilità di suonare nella loro orchestra, il tutto sotto la direzione di un grandissimo direttore d’orchestra quale Zubin Mehta, a cui devo molto per le opportunità musicali e professionali che mi ha concesso.

Subito dopo decisi di intraprendere, a seguito di un’audizione, un periodo da primo corno in Messico al Teatro di Guadalajara. In Italia non c’erano possibilità per formarsi professionalmente in un’orchestra e la mia esigenza di fare esperienza e repertorio da primo corno in orchestra era forte. Lì conobbi Alex Elia, attualmente prima tromba della Rotterdam Philharmonic. Un amico e un grande trombettista che ha dato un contributo significativo alla mia formazione tecnico e artistico-musicale. Il confronto con lui e gli scambi di opinioni ha permesso di migliorarmi e di creare una grande amicizia con un grande musicista.

Dopo aver ottenuto due trial da primo corno alla BBC Philharmonic di Manchester e la Royal Philharmonic Orchestra di Londra, nel 2016 si è palesata finalmente la possibilità di ritornare in patria grazie al Teatro Petruzzelli di Bari. Tre anni con questo splendido Teatro hanno permesso di completarmi all’età di 26 anni e solidificare la mia competenza tecnico-musicale come Primo Corno. È stato un capitolo molto importante della mia vita e ne sarò grato per sempre.

Dopo essere arrivato in finale al Concorso da Primo Corno in Rai nel 2019, nel 2021 vinco il Concorso da Primo Corno al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. Devo molto al Teatro di Firenze che l’anno scorso mi ha dato la possibilità di conoscere e suonare con direttori di fama mondiale eseguendo fra le più belle opere e sinfonie del repertorio orchestrale. Con l’aiuto dei miei colleghi, eccellenti musicisti e persone meravigliose, ho avuto modo di lavorare ancora su me stesso e sui miei limiti tecnico-musicali, ai quali ancora oggi dedico gran parte del mio studio.

Il raggiungimento di questi obiettivi è arrivato con il tempo e la perseveranza. Ad ogni caduta ho sempre cercato di reagire rialzandomi e studiando sempre di più per cercare di migliorarmi. Ogni esperienza si è rivelata un’occasione di insegnamento su come dovevo lavorare e su cosa dovevo insistere per centrare l’obiettivo e rendere la mia performance onesta e solida.


                           Solo della 5 sinf. di Tchaykowsky con l'Orchestra del Maggio Fiorentino


Parliamo del lato tecnico del corno: che metodi di studio consigli ai ragazzi? Quanto è importante lo studio giornaliero per te? Il Warm-up? Usi accessori per la respirazione?

Metodi ce ne sono tantissimi. Di sicuro consiglio di usare sempre il Farkas e di conoscere il metodo di Arnold Jacobs che è stato il padre di tutti gli ottoni e dello sviluppo della scuola filo americana che ha rivoluzionato la maniera di approcciarsi agli strumenti a fiato in generale.

Inoltre non è mai mancato l’uso del metodo Singer che è sempre stato alla base del mio warm-up e warm-down. In generale ho sempre usato dei visualizzatori d’aria (palloncino, spirometro, ecc…). Sono strumenti utili, a mio avviso, per rendersi conto del lavoro che svolge anatomicamente il nostro corpo così come gli strumenti che ci aiutano a visualizzare la vibrazione. Di certo bisogna saperli usare con criterio e parsimonia e soprattutto non esserne schiavi altrimenti si attiva un processo di distribuzione e non di costruzione o semplicemente visualizzazione.

Lo studio giornaliero per me è un’esigenza, al pari di uno sportivo, senza il quale si perderebbe di tonicità muscolare e la resistenza. È chiaro che da professionista debba gestire i tempi di studio con le ore lavorative. Ovviamente un giorno di riposo non fa mai male per rigenerarsi ma ogni giorno sento la necessità di studiare. Non posso farne a meno perché mi aiuta a tenermi in forma ed essere confidente con il mio strumento.

Audizioni e concorsi: come si articola la tua preparazione? Cosa consiglieresti ai ragazzi studenti? Raccontaci come prepari un concorso (tecnicamente e psicologicamente)

Il mio approccio ad un concorso è disciplinato dall'organizzazione delle ore di studio sul repertorio solistico e passi d’orchestra. La tecnica prevalentemente si basa sui concerti e sui passi che andrò a preparare. In un secondo momento quando ho pronto il programma da eseguire mi dedico alle esecuzioni e alle simulazioni che sono di fondamentale importanza al fine di arrivare pronti al giorno del concorso/concerto e non aspettarsi sorprese emozionali. A tutto questo è affiancato lo sport e la programmazione mentale. È importante avere una preparazione completa psico-fisica per allenare la concentrazione che farà da padrona per tutta la durata delle fasi del concorso/concerto. 

È importantissimo farsi guidare da un insegnante o da un professionista esterno che possa ascoltarvi e darvi delle dritte in base al suo ascolto personale e professionale. Il nostro solo ascolto, pur registrando e riascoltandoci, non sarà sufficiente perché il nostro orecchio è limitato o viziato da un solo tipo di ascolto personale. Persino una persona estranea che non si intende di musica può ascoltare qualcosa di diverso da noi e aiutarci a scoprire qualcosa nel nostro modo di suonare, per il quale non siamo riusciti a porre attenzione.

Che strumenti suoni?

Steawe Lewis

                                         soli della 9 sinf. di Mahler con il Maggio Fiorentino



Chi sono stati i cornisti che hanno influenzato il tuo modo di suonare?

Dale Clevenger, Hermann Baumann, Dennis Brain, Alan Civil, Burry Tuckwell, Radovan Vlatkovic, Stefan Dohr, Radek Baborák, Alessio Allegrini e ovviamente il mio insegnante Luca Benucci che è stato di grande ispirazione durante il mio percorso di studi.

Quale è il tuo repertorio preferito?

Il mio repertorio preferito guarda più al romantico/tardo romantico da Brahms e Schumann a Tchaikovsky, Bruckner, Strauss, Mahler. Con gli anni ho imparato ad apprezzare ed amare il classico e il barocco: come non amare Bach, Mozart e Beethoven? Ovviamente da buon italiano amo la lirica. Rossini, Verdi e Puccini sono gli autori che più amo ascoltare e suonare. Il Teatro e l’opera lirica regalano tante emozioni.

Ti fermi qui o continuerai? Noi ce lo auguriamo!

In musica non c’è mai un arrivo, ma solo ripartenze. Non si smette mai d’imparare e migliorare affrontando con coraggio i propri limiti. La musica mi sorprende sempre. Continuerò a mettere tutto me stesso al suo servizio, senza pretese e senza aspettative. Lei mi ha sempre ricambiato regalandomi emozioni forti e tante soddisfazioni anche inaspettate. Non c’è cosa più bella nel donare emozioni gratuitamente per poi scoprire d’essere piacevolmente e sorprendentemente contraccambiati.

Grazie per le tue risposte e auguri per tutto!

Grazie mille a voi e vi auguro di godervi la Musica, che è di tutti noi.


                                      Nino Rota - Castel del Monte per corno e Orchestra live



 

 


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